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Cinema

“Tutti giù per terra” è un film del 1997 diretto da Davide Ferrario, tratto dall’omonimo romanzo di Giuseppe Culicchia. Musiche dei C.S.I.

Citazioni:

Walter «Era tutto un complotto: mio padre, la colazione, la scuola, quelli sul tram, quelli a piedi. I marciapiedi. Tutti con lo stesso obiettivo: rovinarmi l’esistenza. Fregarmi. E io cercavo di fregarli a modo mio. Come? Ero libero. Libero! Libero nel senso che non avevo un cazzo da fare, ecco.»

Walter «Le discoteche sono come le chiese: preti e dj si dannano l’anima per convicerci che tutto va bene, tutto è bellissimo. Io in chiesa ed in discoteca ci andavo in media una volta all’anno: in chiesa quando moriva qualche parente, in discoteca oggi. E più o meno con lo stesso stato d’animo.»

Recensioni:

il Morandini «Rientrato in famiglia a Torino, il ventiduenne Walter Verra, figlio di un operaio, disoccupato, obiettore di coscienza, iscritto alla facoltà di filosofia per inerzia, vergine un po’ per scelta e un po’ per pigrizia, concupito dalle donne, vive alla giornata in una Torino multirazziale finché la morte di un’amatissima zia e l’incontro con una giovane gitana lo fanno passare all’età adulta. Forse. Da un romanzo (1994) di Giuseppe Culicchia una commedia acida, romantica e vitale che conta come ritratto di un personaggio (specifico più che tipico) più che come spaccato sociologico: “rivela un ritmo studiatissimo, ma frenetico … sorprende per questa sua generosità di riprese” (L. Pellizzari). Ha in Mastandrea un decontratto interprete del malessere generazionale e una colorita galleria di figure tra cui spicca una ritrovata C. Caselli come zia alternativa. Prodotto dal valente Gianfranco Piccioli. Dedicato a Lindsay Anderson. Sottovalutato da molta critica trovò il suo pubblico e 2 premi.»

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